YELLOWSTONE: NON SOLO GIALLO
GRAZIA BROGI
Sono passati 640.000 anni dall’ultima grande eruzione che ricoprì di cenere tutta l’America del Nord; nei secoli ricrebbero le foreste ma il ricordo della grande eruzione è presente nei continui fenomeni di “ribollimento” che rendono Yellowstone così inquietantemente stupefacente. Infatti, sotto la superficie dello Yellowstone National Park, parco nazionale dal 1872, il più antico del mondo, a circa 8 chilometri di profondità, si trova un'enorme caldera magmatica alla temperatura di 900 gradi centigradi che potrebbe contenere comodamente l'intero monte Everest.
Noi siamo entrati dall’ingresso est arrivando da Cody, la città di Buffalo Bill, e proseguiamo costeggiando il fiume Yellowstone. Intorno catene montuose, boschi, praterie, e laghi che ci fanno pensare a Yoghi e Bubu ma, per fortuna, nostra e loro, avvistare gli orsi non è facile se non con un potente binocolo. Arriviamo al canyon che si domina dall’Artist Point, con la sua cascata alta due volte quella del Niagara, e qui inizia lo spettacolo dei colori che tanto aveva affascinato il pittore Thomas Moran e molti dopo di lui.
Il giorno seguente lo spettacolo continua. Oltre 300 sono i geyser in eruzione, il più alto è l’Old Faithful che ogni 90 minuti circa emette getti alti 50 metri, 10.000 le sorgenti di acqua bollente a 200 °C, ricche di minerali che depositandosi creano fantastiche cascate rocciose come quella di Mammoth Hot Springs alta 90 metri, e piscine ai cui bordi alghe e batteri producono colori sgargianti che vanno dal verde (in inverno) al rosso (in estate) mentre al centro l’acqua è di un blu intenso come nel Grand Prismatic Spring. I visitatori, sotto il vigile sguardo dei ranger si muovono meravigliati e un po’ stralunati su lunghe passerelle che corrono sopra ceneri e ribollimenti.
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