PARIGI
Quest’anno sono andato a Parigi. A Parigi non vado per fare fotografie, non solo almeno. Vado ogni volta per rivedere qualcosa, per risentire il rumore della città. E’ un po’ un viaggio interiore, lo ammetto, ed è sempre utile oltre che bello.
Ma la macchina fotografica è sempre con me. Perché camminando all’improvviso posso vedere qualcosa che fa partire un pensiero che poi a volte si struttura in un’idea. Quest’anno è successo.
Forse perché erano giorni di vento e di cieli azzurri nei pressi de L’Operà, mi è capitato di alzare lo sguardo al cielo. Capita a molti, niente di straordinario. Ed ho visto quello che c’era. Un bellissimo cielo azzurro che faceva sfondo a palazzi stupendi, a monumenti, a grandi impalcature di lavori in corso. Ho capito che dentro di me quel colore e quel vento stavano diventando troppo importanti   …. facevano un gran frastuono. Così ho sentito bisogno di “silenzio” per ascoltare meglio “quel” rumore della città. Così è nato il Bianco e Nero di questo viaggio, di questa Parigi.
E cosa fotografare a Parigi? Si può ancora raccontare una storia, una storia fotografica, che parli di Parigi, che sia originale e in bianco e nero? E che dica qualcosa?   “Ecco – ho pensato – raccontare una storia di Parigi é necessario? utile?”. Ho intuito che forse stavo commettendo un errore evitabile, stupido. Pensare di poter raccontare “una storia” di una città che nei secoli è stata raccontata da tanti artisti, grandi e meno, in tutti i modi, scrittura pittura film fotografia, forse è una cosa stupida.
Sempre con la testa rivolta all’insù ho continuato a cercare, e ad un certo momento guardando proprio la “Grand Arche” ho afferrato un’idea. L’idea di Parigi città verticale. Si, la verticalità di Parigi poteva essere un buon argomento da sviluppare. Ma senza cercare ossessivamente la “nuova” verticalità quanto piuttosto quello che di verticale è in Parigi. Un gioco difficile, mi rendo conto.
Non so se ci sono riuscito ma questo è quello che ho visto e preso.

 

Sergio Vollono