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ANTONIO ISCA

è cresciuto tra i sampietrini ed i muri scoloriti di una Roma sontuosa e trasandata ma ancora bellissima: quella della seconda metá del secolo scorso.

Incuriosito ed attratto da ogni dettaglio, vive sin da bambino la sua cittá come una inesauribile fonte di suggestioni visive. Raggiunge presto la consapevolezza che è possibile vedere con occhi diversi ció che è sotto lo sguardo distratto dei piú e scopre, grazie a un regalo di compleanno, che un dispositivo ottico e un procedimento chimico possono costituire un formidabile 

strumento per dare forma ad un'emozione. Tuttavia, il talento avaro ed un impegno discontinuo ed evanescente, non gli hanno consentito di acquisire quanto necessario per potersi considerare e, ancor più, essere definito un fotografo. Sul mezzo fotografico ha però maturato alcune convinzioni. Ad esempio, che il suo uso debba prediligere l'interpretazione della realtà piuttosto che la mera rappresentazione; che il significato e la qualitá di una immagine non risiedano tanto nella grammatica della tecnica quanto nel linguaggio della visione; che la cosa fotografata sia solo il pretesto per comunicare esperienze interiori, poiché noi siamo i portatori dell'unico significato possibile. L'oggettivitá è sempre destinata a sfuggirci.

Ha collaborato con Arte laterale in occasione di un recente reportage dal sud del Marocco e di un progetto sulla Route 66 che ha anche segnato l'inizio del sodalizio fotografico con Mario Conti con cui ha esposto, sempre con il patrocinio di Arte laterale, nell'ambito del Padova Fotografia Festival.

non è mai riuscito a decidere (finora) se ad interessarlo di più, nel campionario del mondo, fosse il versante umanistico - che finisce per ricondurre sempre all'idea di "comunicare" - o quello tecnologico, non disdegnando il gadgettismo più riprovevole.

Come risultante, decide di cominciare dal secondo, si laurea in ingegneria elettronica ed entra nell'information technology,

attraversandola con sprazzi di entusiasmo e risucchi di delusione per circa un trentennio. Nel frattempo fotografa, inseguendo un progetto o improvvisando con quello che ha a disposizione; legge, scrive, organizza cinema, fonda un cenacolo di reading letterari e cultura enologica, viaggia ogni volta che può. Da questa familiarità scaturisce la collaborazione professionale con una nota collana di editoria di viaggio. 

E' sposato con una donna apparentemente più seria di lui, ed ha un promettente giovane figlio nato negli ultimi giorni del millennio scorso. Vive fra Roma e Napoli, una sola città caotica sembrandogli troppo poco.

In ambito fotografico, da qualche anno affianca all'equipaggiamento  classico l'uso dello smartphone associato ad alcune applicazioni, sia in fase di  produzione che di postproduzione, per esplorare i risvolti estetici del mezzo. E con i materiali fotografici cosí ottenuti ha già alimentato in rete reportage in progress con websites fotografici e di viaggio - tutto senza mai uscire dal 'telefonino', di volta in volta testando possibili modi di comunicazione online.

MARIO CONTI

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